domenica 5 febbraio 2017

Arisa 4.2.17 Roma

Quando la data più a sud del tour di un artista è Roma inizialmente mi prende lo sconforto. Poi invece decido di partire e tutto si fa più eccitante. Non chiunque merita lo sforzo (?) di un viaggio, ma Arisa sì.
Avevo chiesto a mia sorella se sarei potuta 'andarla a trovare' da sola ma con lei in città viaggiamo in Vespa ed è complicato organizzarsi così con la probabile pioggia di inizio febbraio. Allora ho deciso di provare a convincere mio padre che aveva un impegno di lavoro a Roma proprio venerdì 3! Facile quindi: andare quel giorno e trattenersi per il week end.. e invece niente è mai così semplice. Mia sorella e il fidanzato si sono lasciati quindi lei ha trovato una nuova coinquilina e non ha più così tanto spazio quindi non avrebbe potuto ospitare la notte me, mio padre e Marilena. Dopo aver mandato una o due foto di Arisa quotidianamente su WhatsApp a mio padre per convincerlo a trovare una soluzione, ce l'ho fatta. Il piano allora era: lui e Marilena andavano a Roma il 3, io li raggiungevo il 4 e poi saremo tornati a Salerno subito dopo il concerto. Tutto ciò organizzato circa un paio di giorni prima dell'evento. Quindi sabato, dopo essermi svegliata alle 8 per andare all'Anffas, mi sono messa in viaggio. Per tutto il tragitto in treno credo di aver sbadigliato; durante l'ultima mezz'ora invece mi muovevo in continuazione per placare la solita ansia dell'arrivo. Quella c'è sempre ma per il resto era stato un viaggio abbastanza tranquillo, una cosa talmente easy che non avevo neanche chiesto a mia sorella che tempo facesse a Roma. Perchè alla fine dai, che tempo poteva fare? Siamo pur sempre a inizio febbraio. Ed ecco che invece faceva caldo.
Mio padre è venuto a prendermi alla stazione e poi siamo andati da lei e poi siamo andati all'Auditorium PdM senza troppi problemi. In questo posto ormai mi sento a casa, ci sono stata così tante volte che sono giunta a una conclusione.
Visite al Colosseo: 3
'Visite' all'Auditorium: 3000
Troviamo il mio posto nella Galleria centrale della Sala Sinopoli e poi mio padre se ne va, lasciandomi alle mie riflessioni: non ero mai stata così lontana a un concerto; all'auditorium non c'è campo e non me lo ricordavo.
Alla mia destra c'erano tre posti liberi e alla mia sinistra solo uno. Quando un ragazzo si è seduto in quel posto solitario ho pensato fosse un po' imbarazzante perchè come cazzo li vende i biglietti TicketOne? Eravamo quindi noi due, poi tre posti liberi, poi altra gente. E no, non è nata nessuna storia d'amore. A volte lo guardavo con la coda dell'occhio quando Arisa faceva qualche battuta.. per ridere insieme. Ci sono state, infatti, tante cose divertenti. Non mi è sembrato di vedere un concerto ma uno spettacolo teatrale.
Per esempio, a un certo punto una bambina le ha urlato qualcosa e Arisa dal palco ha risposto "Non ti sento tesoro, che hai detto?" e la piccola ha risposto "NIENTE ARISA" N I E N T E A R I S A come a dire "Vabbè lasciamo perdere" hahahahahahah
Ha iniziato il concerto con Voce, cantandola tra il pubblico ed è scesa tra i fan più volte quindi a un certo punto ha detto "Troverò un modo per venire anche da voi lassù" ha detto indicandoci. I fan di Arisa non dimenticano perché poi, quasi a fine show, qualcuno le ha gridato "Dovevi venire anche qui!" e lei ha risposto "Eh, vedi una scala? La prossima volta portala e verrò" hahahahahaha
Queste sono le cose spontanee, poi ci sono anche gli "stacchetti". Arisa se ne va prima di Sincerità e Naif, insieme agli altri componenti della band, intrattiene il pubblico facendolo cantare e divertire prima dell'inizio ufficiale della canzone. Il gruppo era formato da tanti musicisti bravi e competenti tra cui l'immancabile Giuseppe Barbera e poi anche Andrea D'Alessio (quello che faceva il beat box a XFactor)!! E' stato lasciato molto spazio a quest'ultimo, non solo per stacchetti e gag ma ha avuto un ruolo fondamentale per la base di Malamorenò e Nel regno di chissà che c'è, inoltre ha cantato interamente da solo Amami. 
Mi ha convinto di più rispetto alla versione incisa Lascerò, meno lagnosa dal vivo, e poi c'è stato un momento dedicato a Sanremo con Controvento e Guardando il cielo.
Tra brani vecchi e nuovi (tipo GAIA e anche la cover Cuore) il concerto viene terminato con La notte :)
Un'altra cosa super positiva erano i vestiti perché Arisa è uscita fuori inizialmente vestita da sposa, ma poi dopo anche togliendosi il velo, anche dopo vari cambi, sembrava comunque vestita da matrimonio perché aveva questi vestiti bianchi enormi e bellissimi. Anche chi era sul palco con lei era vestito completamente di bianco. 
La scenografia, per una volta che la vedevo bene perché lontana, non era niente di che: giochi di luce e un piccolo soppalco (si dice così) al centro del palco sopra cui saliva spesso per cantare quando non era in giro tra i presenti :p
Il bis è stato affidato a Poi però, Per vivere ancora ("una bellissima canzone d'amore che potete dedicare alla persona che amate e fargliela ascoltare mentre la guardate negli occhi, anche se spesso non è neanche facile guardare negli occhi questa persona") e Pace ("A me non piace chi fa i video ai concerti - infatti voi non li avete fatti perché siete bravi, vero?! - perché poi non fa vivere agli altri "la sorpresa". Questa comunque è una cosa che dico sempre perché me la ricordo: finisco con questo brano per lasciarvi con un messaggio di speranza e spero che il mio concerto vi abbia fatto allontanare dai vostri problemi per un paio d'ore, nonostante non sia stata perfetta che due stecche le ho prese, anzi forse più di due hahahah").
Per quanto riguarda la sua "imperfezione" ci ha tenuto a precisare che a un certo punto della serata ha detto una cosa molto brutta e cioè "Che mi tocca fare per campare". Le imprecisioni e le frasi dette un po' "a casaccio" le vengono perché imbarazzata ("in genere siamo più bravi"): in platea c'era anche la persona a cui sono dedicate tutte queste canzoni e quindi si è emozionata. "Che mi tocca fare per vivere? Il mestiere più bello del mondo" ha concluso, scusandosi ancora. 
Comunque dopo il messaggio di PACE, i ringraziamenti e l'inchino, il concerto finisce davvero e parte, registrata, Come fosse ieri (forse un modo per "scusarsi" per non averla inserita in scaletta).
L'unica cosa che sono riuscita a notare quando si sono accese le luci, è stata la maglietta blu con tante facce di Paperino del ragazzo seduto accanto a me (che poi ha raggiunto una persona quindi non era proprio da solo lì) perché, come se la serata non fosse stata abbastanza esilarante, si è sfiorata la rissa a pochi metri da me. C'era qualcuno che urlava "Come ti permetti di minacciarmi? Non devi mettermi le mani addosso. Hai 60 anni e ti comporti così con un ragazzino?" e sinceramente non ho capito nulla di quello che era successo, l'ho solo associato a uno 'ssshhh' generale che si era scatenato verso la fine dello spettacolo. Comunque alla fine niente di che, ma è stata una situazione un po' surreale che non è finita lì visto che non c'era traccia di mio padre e dovevano chiudere la sala. Sono stata quindi accompagnata all'ascensore e l'ho aspettato giù. Dopo pochi minuti finalmente è arrivato e mi ha spiegato che la macchina aveva avuto dei problemi e che quindi saremo rimasti a dormire lì. Potevamo quindi perdere un po' di tempo là davanti e non abbiamo incontrato Rosalba ma siamo entrati in un negozio di dischi e stavano facendo sentire proprio il suo disco. 
Comunque per fortuna nessuno ha dormito a terra, ma la sensazione di essere una barbona l'ho avuta comunque visto che ovviamente non avevo con me neanche lo spazzolino. Oggi non abbiamo trovato neanche un meccanico, visto che era domenica, e siamo dovuti tornare a Salerno in treno, con circa 13 ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia, anche perchè l'intercity di Trenitalia figuriamoci se arrivava puntuale.

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