martedì 30 novembre 2021

#MmW21

Quello che mi è piaciuto in particolar modo di questa Milano Music Week è stato ovviamente il destino che mi è sembrato abbia fatto proprio un buon lavoro già a partire dalla mia presenza alla manifestazione. Erica come al solito mi aveva invitato per l’occasione ma io non ero per niente convinta. Il covid, i soldi, la sua imminente laurea e il suo nuovo lavoro sono solo alcuni dei motivi che mi avevano spinta a desistere, per non parlare del fatto che quest’anno per la pubblicazione del programma se la sono presa molto comoda. Mio padre però mi ha detto che il 22 novembre, proprio il giorno di inizio della Milano Music Week, lui sarebbe dovuto andare a Milano per lavoro. Ho perciò ovviamente colto la palla al balzo e quindi io, mio padre e Marilena abbiamo preso insieme un treno Italo in un tranquillo lunedì mattina. E solo dopo aver acquistato i biglietti del treno, è stato annunciato un evento con Noemi e altri artisti... l’ennesima prova che la mia presenza lì, così casuale e spontanea, sembrava disegnata dal destino. Ma andiamo con ordine.

Incastrare gli eventi della Milano Music Week con gli impegni da baby sitter di Erica si è rivelato più difficile di quello che pensavamo. La nostra organizzazione prevedeva i miei pomeriggi in solitaria all’Apollo: in questo modo mentre lei lavorava io avevo comunque la possibilità di seguire i mille incontri organizzati in quel locale che si è presto rivelato la mia seconda casa. Ho passato all’Apollo circa 5 ore al giorno completamente da sola, in mezzo agli estranei e in mezzo ai componenti dello staff della location, ma non ho mai avuto paura. Dopo tutto il tempo passato lì, ho iniziato a riconoscere gli occhi degli instancabili lavoratori che mi hanno fatto compagnia, che mi hanno salutato, chiesto se stessi bene, offerto una bottiglietta d’acqua e un telefono per fare una chiamata quando il mio cellulare era morto (grazie anche alla sconosciuta vicino a me, meglio nota come Federica Minia, per avermi fatto inviare un messaggio dal suo iPhone). L’Apollo è stata la mia casa anche perché è stata la casa della Milano Music Week. Sebbene gli eventi fossero sparsi per tutta la città, la location principale era questa, cioè quella dove si sono svolti, ad esempio, gli eventi chiamati “MMW incontra” - che hanno ospitato Caparezza e Rancore, Sangiovanni, Caterina Caselli, Mecna - e mille altri panel super interessanti a cui hanno partecipato, tra gli altri, Annalisa e Saturnino.

Un altro posto del cuore è stato il Base, dove si è svolto il Linecheck Festival. Io ed Erica ci eravamo candidate nella categoria social per fare da volontarie; loro l’hanno chiamata dicendo più o meno “Non ci serve gente per i social ma ci serve una fotografa, sei disponibile?”. Quindi principalmente siamo andate lì perché lei doveva fare le foto e io dovevo solo imbucarmi a tutti gli eventi. Abbiamo passato lì parecchio tempo (ma non abbastanza da beccare Arianna, pure lei volontaria) ma il nostro scopo principale era il concerto del mercoledì. Quella sera si sono esibite (anche) Giungla e La nina del sud. Quest’ultima ha poi chiamato sul palco diversi ospiti: GINEVRA, Priestess e Franco Ricciardi. E mentre loro si esibivano, ci siamo girate per un attimo e accanto a noi ci siamo ritrovate Laila Al Habash. Prima di andarcene, nel casino della musica che ancora risuonava, le ho detto “Ciao! Amo la tua musica!”, non so se ha capito, mi sono capita a stento io, però ci siamo salutate e ringraziate a vicenda. Poco più in là ho detto la stessa identica cosa anche a Roshelle, ma eravamo più lontane dal palco e ci siamo capite di più, mi ha accarezzato la mano e mi ha chiesto il nome. Solo dopo ho visto che accanto a noi c’era anche Myss Keta. Ah. Ma il motivo per cui io ed Erica ce ne stavamo andando quando le ultime note del concerto ancora risuonavano era Giorgieness. Avevamo visto una sua Storia di Instagram dal concerto di Ramiro e siamo volate all’Arci Bellezza. Il live era finito ma erano ancora tutti lì a chiacchierare e quindi abbiamo fermato Giorgie e siamo state insieme per un po’.

Una location che invece non ho apprezzato particolarmente è stato il Teatro Arcimboldi perché insomma ok, sarà anche il teatro più grande d’Italia ma che senso ha se poi non si trova parcheggio e c’è bisogno di camminare per un chilometro sotto la pioggia per poter godere del concerto di Carmen Consoli? Per fortuna è stato bello e quindi ne è valsa la pena. Una scaletta un po’ criminale per chi, come me, non aveva ancora assorbito bene il nuovo album, ma questo è un problema solo mio. Il concerto era diviso in tre atti (il primo con l’ultimo album e basta, appunto) ma questa è stata una caratteristica davvero particolare che mi ha comunque colpito. A parte i video proiettati sul maxi-schermo alle spalle degli artisti durante tutta la prima parte, il live è stato piuttosto semplice in quanto a costumi, effetti e scenografie ma è proprio quello che ci si aspetta da Carmen Consoli che mette sempre al centro la musica e basta, oltre che l’amicizia (alla batteria in questo tour c’è Marina Rei).

Non so perché io stia partendo dalle location, mettendole sempre al centro per poi raccontare degli eventi, ma visto che ormai sta andando così, volevo dire che anche la Santeria Toscana 31 mi è piaciuta molto, soprattutto visto che davanti alla porta ho fatto CIAO CIAO con la mano a Cmqmartina LOL E l’evento Adidas che si svolgeva al suo interno è stato uno dei miei preferiti. Anche perché obiettivamente cantautrici come Svegliaginevra, Mesa, Laila Al Habash e Mara Sattei in quali altre occasioni ho la possibilità di vederle visto che al sud gli artisti di un certo tipo non riescono mai a venire? Ma a prescindere da questo, che evento bomba può essere un pomeriggio in compagnia di queste ragazze incredibilmente talentuose che cantano e si fanno intervistare dall’altrettanto talentuosa Joan Thiele (per l’occasione in veste di intervistatrice)? Davvero pazzesco.

Subito dopo siamo andate alla serata Rocket Girls con Cristina Donà, Erica Mou e Laura Gramuglia (e no, in questo caso il Teatro Leonardo Da Vinci non mi ha colpito più di tanto, è un posto piuttosto regolare). Tra racconti e musica, è stata una serata piacevole che si è conclusa con un simpatico incontro con Erica Mou tra tesi, “tempo farcito di bellezza” e tanto altro.

Chiaro, però, che l’evento più importante per me è stato quello con Noemi perché posso aver anche apprezzato tutti i locali di Milano ma con lei mi sento a casa anche in mezzo a una strada. E comunque no, anche il The Dap Art Park era un posto della madonna, tra le altre cose. Si tratta di una specie di galleria d’arte che il martedì sera ha ospitato lo showcase di Billboard. Quando siamo arrivate, Noemi era a pochi passi da noi ma a dividerci c’era un bodyguard che non ci faceva passare e almeno un paio di gradi di miopia che non permettevano a lei di notarci nonostante la distanza non abissale tra noi. Poi però un paio di ragazze le si avvicinano lateralmente e lei scatta un paio di foto con loro quindi le copiamo. Quando mi vede, Noemi mi saluta con un tale entusiasmo che io lo so che ha sorriso un sacco, anche se aveva la mascherina. Mi avvicino un altro po’ e mi porge il pugno per salutarmi come si fa al giorno d’oggi e poi mi chiede “La vuoi anche tu la foto o no?” e io le rispondo “Vabbè dai!” e lei replica ancora “E che non ce la facciamo!?”. Sono almeno 7 anni che io e Veronica ci facciamo foto a suon di “Ma sì, dai” solo perché sono quasi le circostanze che lo richiedono. Ed è sempre bello, tipo questa volta, prima che Erica scattasse, ha detto “No, è che ho in mano questo..” e ci ha fatto vedere un tramezzino che ha nascosto dietro la schiena per non rovinare la foto LOL Tra “Ciao” e “Grazie” vari, dopo il turno di Erica ci allontaniamo e attendiamo l’inizio del live a cui hanno partecipato Vergo (insieme a Populous), J Lord, Galea e Sangiovanni. Noemi ha chiuso la serata con Glicine, Vuoto a perdere e Guardare giù. Mentre cantava, accompagnandosi al piano, mi sono voltata e a pochi metri da me c’erano Gabriele e Claudia con cui ho scambiato un gesto della mano a distanza. Mi è sembrato un po’ come tornare indietro nel tempo. E non è stato solo questo incontro da lontano. Io ero seduta davanti a tutti quindi non ci ho fatto troppo caso ma questo è stato un live normale, con la gente in piedi e piuttosto ammassata. Una serata tanto speciale nella sua normalità.

Un giorno aggiornerò questo post con tutti i dettagli che ho dimenticato. Per adesso, va bene così.