Quando vado agli eventi con lo Sconosciuto spesso ci capita di fare tardi, ma mai troppo. Eravamo davanti al Parco dell'Irno pronti a parcheggiare quando dai finestrini aperti sentiamo i presentatori della serata annunciare il primo artista, quindi scendiamo in fretta dalla macchina e ci avviamo verso il palco sulle note della prima canzone (Ti ammazzo). Poi il live prosegue con alcuni pezzi iconici tipo Nessuno, Il mondo è come te lo metti in testa o Conoscersi in una situazione di difficoltà, ma c'è spazio anche per una cover. Nato a Napoli ma residente a Roma, Giovanni Truppi ha un legame particolare anche proprio con Salerno. Conosce infatti un grande artista della città, Gianfranco Marziano, di cui coverizza Giovinastro. Con la sua solita canotta che ormai è quasi un marchio di fabbrica, in questo caso bianca, lascia spazio agli Ex Otago tra le ultime note della sua discografia, eseguendo - tra le altre - Mio padre, tua madre, Lucia.
Gli Ex Otago salgono sul palco sulle note registrate di Quando sono con te, lo stesso pezzo che poi usano (live) anche per chiudere la serata, sfumando le note sia suonate che cantate e rendendole sempre più sottili e basse, fino a farle scomparire. Quando danno vita a questo piccolo e simpatico trucchetto, Maurizio Carucci scende dal palco e sale sugli appoggi delle transenne per porgere il microfono ai presenti e cantare con loro. Poi risale e presenta uno per uno tutti i componenti della sua band aggiungendo parole curiose tipo "Alla fragilità e alla chitarra" oppure "Alla sensibilità e alla tastiera". C'è stato infatti tutto l'ultimo pezzo di concerto che è stato un po' delirante, del tipo che hanno detto di alloggiare al Grand Hotel ("che lusso") e che davanti al Grand Hotel hanno fatto anche il Mini Hotel (?) e che il live doveva finire perché insomma, tutti abbiamo una vita e gli appuntamenti dal dentista e le altre cose da fare e che magari ci rivedremo presto o forse anche no, e qualcuno ne sarà anche contento. Fino a questo momento, la serata era andata avanti piuttosto seriamente. Ci sono stati anche momenti energici e le presentazioni dei brani tra un pezzo e l'altro non sono mancate, ma è stato verso la fine che ci hanno fatto fare proprio due risate. Tra le canzoni che hanno avuto bisogno di una presentazione, per esempio, pure La nostra pelle, anche se in questo caso a spiegarne l'esegesi c'era una voce registrata, una testimonianza vera e propria di chi porta in alto il tema del brano. Poi hanno parlato di quanto si sta bene a Salerno, in un posto in cui c'è sia il mare che la montagna (con un clima mite e - per ora - senza zanzare) e che in qualche modo è una città che ricorda molto casa loro, ossia Genova, o più in generale la Liguria. Ed è anche così che è stata presentata una versione piano e voce di Fauno. Poi non è mancata la storica Ci vuole molto coraggio e le nuove Mi sei mancata, John Fante, Mondo Panico.
E quindi, visto che in questo discorso ingarbugliato ho iniziato raccontando la fine del loro concerto, ora posso parlare dell'inizio. Perché sebbene non sia riuscita a indicare ai miei amici dove fosse il bagno o dove fosse il bar o il mare, sono stata proprio la protagonista della serata e non solo perché eravamo in un posto a 800 metri da casa mia. Dopo tutti i chilometri che lo Sconosciuto & co. si sono fatti per me, si meritavano questa fortuna. E un po' anche io. Ma la cosa ancora più straordinaria è che oltre a lui e ai suoi amici con noi c'erano anche Valentina (dell'Arca) e Serena (la ragazza che io ho conosciuto al concerto di Colombre). Sono tutte persone che si sono conosciute grazie a me e ora hanno a che fare le une con le altre anche in autonomia solo perché io ho fatto incrociare le loro strade. Forse è normale, ma non mi era mai successo. Vedo questi legami e avere la consapevolezza di averli creati mi fa stare bene. Questo è quello che ho sempre pensato dello Sconosciuto, visto che tutto è partito da lui: ha connesso un sacco di persone e penso che sia stupendo quindi a volte credo che è proprio vero che non c'è nessun grado di separazione tra la gente. Per non parlare del fatto che Vale e Serena, che si sono strette la mano per la prima volta questa sera, hanno già senza saperlo un intreccio molto personale tra loro: Diana, la cugina di Sere, l'amica di Vale. E me, che incredibilmente conosco tutte le persone coinvolte in questo discorso e gli ho fatto quindi scoprire questa bellissima coincidenza.
Non ce l'ho fatta a non parlare del destino. Neanche in questa occasione. Ma forse gli Ex Otago, che hanno trovato a Salerno anche un pizzico della loro Genova, potranno perdonarmi.
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