Mi sono organizzata per andare a questo live all'ultimo minuto, un po' perché il primo gennaio è un giorno sempre un po' particolare (per me, sempre e comunque: decisamente il più noioso dell'anno, nella maggior parte dei casi) e anche un po' perché non avevo ben capito come partecipare al concerto in questione.
Renzo Rubino sta infatti facendo degli house concert cioè degli eventi in cui suona letteralmente a casa delle persone (basta avere un salotto e un pianoforte). È un'iniziativa talmente incredibilmente bella che ancora mi fa strano parlarne, nonostante qualche anno fa Silvia Caracristi venne a fare un live a casa di mio padre. Quindi insomma, sui suoi social c'è scritto che va a suonare a casa di Gino o a casa di Pasquale ma non ci è dato ovviamente conoscere l'indirizzo personale di queste persone.
Ho scritto a Renzo a mezzanotte del primo gennaio chiedendo informazioni, lui mi ha risposto alle 3 dicendo "Certo che puoi venire" e poi alle 9 aggiungendo anche un link per contattare chi di dovere e far sì che io prenotassi il mio posto all'evento.
Mio padre aveva un impegno bridgistico che sarebbe dovuto finire proprio alle 19, cioè l'orario di inizio del concerto. Ma ho pensato che dai, quando mai i live iniziano in orario? Saremmo potuti partire per Eboli dopo l'impegno di mio padre e fare comunque perfettamente in tempo. Inoltre, mio padre mi aveva detto che voleva tornare a casa per le 22. E io ero tranquillissima perché dai, un evento il cui inizio era previsto per le 19 sicuramente sarebbe finito almeno 5 volte per le 22.
Ho ovviamente sbagliato tutti i calcoli.
Quando stavamo raggiungendo la location, si sentiva anche già da fuori Renzo Rubino che cantava proprio in quel momento Il segno della croce. Il concerto era dunque iniziato. Quando io e mio padre entriamo nella piccola e accogliente cantina, infatti, passiamo proprio alle spalle di Renzo che in quel momento era al piano ma stava parlando, presentando non mi ricordo quale brano, quindi nota del movimento, si volta e mi saluta con un "Ciao" anche troppo entusiasta se pensiamo che in realtà gli stavo un po' interrompendo il concerto. E interrompere i concerti ormai evidentemente è un tratto della mia personalità.
Il signore molto carino che io e mio padre avevamo incontrato lì fuori e che ci aveva accompagnato dentro, ci aveva anche indicato il posto in cui sederci. C'era infatti una sedia vuota proprio in prima fila (e una seconda sedia vuota subito dietro) quindi mi sono accomodata e mi sono così ritrovata a circa 8 centimetri da Renzo Rubino. Gli ero così vicina che i nostri sguardi si sono incrociati spesso (e mi sono vergognata tutte le volte) ma ancora più spesso capitava che i suoi occhi mi scavalcassero e puntassero oltre proprio perché gli ero troppo attaccata al naso, tipo come quando per avere una visione panoramica di uno spazio devi tralasciare le cose che hai sotto gli occhi. A un certo punto ha fatto anche un video al pubblico da postare nelle Storie di Instagram e il mio faccione è ben presente in primo piano, ma è talmente in primo piano che forse proprio per questo si nota meno, non so spiegarlo.
Comunque, proprio grazie a questa mia vicinanza ho potuto fare da aiutante. L'atmosfera era intima e familiare ma anche magica perché Renzo era circondato da candele. A un certo punto ha suonato il piano con così tanto vigore che alcune di queste sono cadute. Ed è stato questo il momento che, dopo un attimo di esitazione, mi ha fatto rendere conto che non erano candele vere, cioè il sistema di illuminazione che le faceva accendere non era la semplice fiammella che in un caso del genere avrebbe fatto incendiare l'intera cantina. Quindi Renzo raccoglie un paio di candele ma poi ovviamente continua il live e le restanti rimaste in orizzontale a causa di questo strike le ho rimesse in piedi io.
Nel frattempo quindi il concerto andava avanti; sebbene - come ha spiegato - non era prevista una vera e propria scaletta perché ogni casa è diversa e ogni gruppo di ascoltatori necessita secondo lui di canzoni e momenti differenti, ho trovato delle analogie con i suoi (soliti) (splendidi) live.
Renzo ha infatti parlato come sempre di quando lavorava nei night club e delle richieste che le signorine gli facevano - dalla Pausini a Pavarotti - trasformando così i suoi ricordi di pianobar in aneddoti sempre divertenti, anche se sentiti per la quarantesima volta. Le richieste che gli facevano i fan all'evento, invece, erano chiaramente molto più centrate. Gli è stato chiesto di suonare Custodire oppure un sacco di brani di Lucio Dalla o De Gregori e lui ha accettato, anche quando il concerto ufficialmente era pure già finito. Dopo aver cantato incredibili cover (per esempio Amandoti, Altrove e una speciale versione molto triste e realistica di 'O surdat' 'nnamurat') e una bella manciata di pezzi suoi (tipo Lulù, Pop, Margarita) il live volge al termine ma lui non smette di fare il juke box umano rispondendo alle richieste dei presenti e aggiungendo pezzi spontaneamente, semplicemente perché gli venivano in mente così, anche un po' a caso.
È stata dopo l'ennesima aggiunta infatti, proprio quando sembrava che volesse passare l'intera notte a suonare, che ha specificato "Comunque il concerto è finito eh, e questo non è un sequestro di persona" ha specificato ironicamente "Quindi chi vuole e chi deve, può andarsene". E io purtroppo me ne sono andata davvero. Anche perché mio padre nel frattempo, notando l'imminente e apparente conclusione della serata, era andato a prendere la macchina; quando è tornato, quindi, mi ha dato giusto quei 5 minuti prima che lo multassero per il parcheggio improvvisato - anche se solo momentaneo - che aveva fatto. Quando perciò Renzo congeda i presenti, anche se con l'intenzione di cantare ancora per un po', io mi alzo e gli tocco una spalla per salutarlo e dirgli che me ne stavo andando veramente. Lui subito si alza dicendo "Fatti dare un bacio" e ci salutiamo così. A mio padre, che gli stava appunto dicendo che aveva la macchina in mezzo alla strada, ha dato la mano, ringraziandolo. E anche mio padre ha ringraziato lui visto che ha fatto un'offerta assolutamente libera e non obbligatoria di 20 euro, messi nel cappello di Renzo. Il cappello con cui sta raccogliendo i soldi per mettersi una Jacuzzi in camer... no. Il cappello con cui sta raccogliendo i soldi che gli permetteranno di fare magari altri House concert, dal momento che si tratta di eventi completamente gratuiti sia per i padroni di casa che per il pubblico. Ed è gratis pure il vino fatto in casa che l'artista e il suo staff offrono a tutti i presenti. Insomma, cosa chiedere di più? Un inedito! Viene eseguito infatti un brano nuovo che sembra già molto bello e spero esca presto perché non credo di resistere a lungo con la registrazione cheap che ho salvato nella chat con me stessa su Telegram durante lo spettacolo. Chissà perché alla fine del concerto mi è tornata in mente Per sempre e poi basta (cioè l'unica che non ha fatto - non in mia presenza almeno). Sarà che il verso che fa "Io ti sto riservando un posto tra i miei pensieri, reparto Ricordi Migliori" mi sembra veramente molto adatto alla serata appena trascorsa.
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