Sono tornata da Milano 6 giorni fa e mi sono resa conto solo adesso di non aver scritto nulla. Fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile. Gli eventi sono diventati così rari ormai che quando ci vado dimentico come si fa, dimentico quello che facevo prima (cioè scrivere). E ora che stanno ricominciando non so come andrà, credo che saranno meno a prescindere perché io non sono più quella di prima. Inoltre, il fatto che abbia il sito in down forse mi ha destabilizzato: per esempio, il live report del concerto di Davide Van De Sfroos avrei dovuto scriverlo lì visto che ero accreditata. E invece no. O meglio, non ancora. Non mi preoccupo neanche del fatto che se lo scrivo fra tanto tempo dimentico quello che ho visto perché lo avevo già dimenticato 5 minuti dopo essere uscita dal Teatro Dal Verme. Questo perché dopo il viaggio e dopo aver tenuto la mascherina per una quantità indefinita di ore mi stava scoppiando il cervello ma anche perché di Davide Van De Sfroos conoscevo solo una canzone ascoltata durante Sanremo 2011 che all'epoca manco mi piaceva. Lui comunque è simpatico e quella canzone forse l'ho pure rivalutata.
Il secondo giorno insieme a Erica, Lorenzo e Giorgia siamo andati nella sede di Radio Italia per Noemi, l'unico e il solo motivo per cui sono partita (il resto si è aggiunto in un secondo momento). Lì abbiamo incontrato tante altre persone ed è stato un po' come il 2019. Assistere a un'intervista live negli studi di una radio è sempre fighissimo e poi ha cantato anche Ti amo non lo so dire e poi anche Makumba accompagnandosi alla chitarra per quest'ultima. Era vestita di blu, mentre fuori - quando l'abbiamo incontrata poco dopo - aveva un cappotto bianco e una mascherina giallo evidenziatore hahaha :) Il cancello che delimitava l'entrata-uscita ci divideva ma Noemi si è fermata più o meno con tutti e quando mi ha visto, dopo un po', mi ha salutato dicendo "Ciao Gaia, non ti avevo riconosciuta!". Stupide mascherine. E poi subito dopo "Come stai baby?" :') Poi mi ha domandato qualcosa tipo "Vuoi anche tu la foto?" o qualcosa del genere e io le ho risposto con il mio solito "Sì dai": sono circa, boh, 7 anni che ormai le foto le facciamo più per caso che per altro, diciamo anche che è un modo veloce per salutarci. Per me alla 40esima foto potevamo smettere, ma ci esce abbastanza spontaneo in queste occasioni, anche perché spesso non so cosa dirle: non mi vergogno più come 13 anni fa ma ci vediamo sempre un po' frettolosamente e in certe occasioni mi dimentico a prescindere anche come mi chiamo. In questa occasione, nello specifico, potevo dirle che aveva un trucco stupendo (aveva tipo l'eyeliner blu e pure io) ma è rimasto un pensiero nella mia testa :P
Con Erica e Lorenzo poi siamo stati anche al Garage Moulinski per una serata con un cantautore che non conoscevamo e a cui abbiamo deciso di partecipare solo perché c'erano Marco Guazzone e Costa come ospiti. Ne è valsa la pena, il live è stato carino e loro sono stati dolcissimi. Anche se solo quando siamo andati a chiedere il conto degli Spritz abbiamo realizzato che la serata non era gratis come pensavamo. I 7 euro che abbiamo dovuto spendere non ci cambieranno la vita, ma è stata una sorpresa. Però Marco e Costa ci hanno abbracciato, ci hanno presentato Nicola Cioce e hanno detto che noi siamo amici storici e che gestiamo un sito di musica bellissimo. Tanto amore.
Il giorno dopo era il turno dell'instore di Ditonellapiaga, primo firmacopie "post" pandemia. E l'ho trovato soddisfacente perché non è stato uno sciatto firmacopie come a volte capita ma è stata una vera e propria presentazione del disco. Sono andata in fissa con Camouflage già a dicembre, quando era stato mandato in anteprima alla stampa e Ditonellapiaga non veniva calcolata ancora da nessuno. Poi Spreco di potenziale è stata una delle mie canzoni del 2021. Ero parecchio gasata. Anche perché mi sono ritrovata a comprare un disco dopo secoli. Purtroppo, oltre semplicemente a non avere soldi, all'inizio della pandemia mi sono resa conto che ormai compravo cd solo agli instore. Quando hanno smesso di fare firmacopie, io ho smesso di acquistare musica. Mi sento anche un po' in colpa, ma andare alla Feltrinelli (o in qualunque altro posto) mi dava lo sprint giusto per decidere di spendere soldi. Senza quello, mi è mancato. Margherita Carducci, questo il vero nome dell'artista, ha raccontato un po' l'esegesi dell'album, ha spiegato come lo porterà in tour e ha detto che le piacerebbe anche fare quegli eventi privati unplugged (tipo, parole sue, quello di Noemi per Bulgari). Era vestita di nero e giallo e mi è sembrata molto sicura di sé ma rimanendo simpatica e spontanea. Quando mi sono avvicinata a lei per incontrarla mi ha chiesto il nome per scriverlo sul booklet del disco e poi ha detto ridendo "Qua ci vorrebbe un fon" per far asciugare la firma e non farla sbavare. Poi abbiamo fatto velocemente la foto e credo di averle detto che l'album è bellissimo, poi ci siamo ringraziate a vicenda e mi sono allontanata.
Per il mio ultimo giorno a Milano non era previsto niente. Una colazione, al massimo. E poi il piano era solo quello di preparare la valigia perché mi mette ansia fare troppe cose prima della partenza. Poi ho scoperto per puro caso, grazie a un mio annuncio social, che anche Scheggia era a Milano quel giorno. Siamo riuscite quindi a beccarci per colazione e ci siamo riunite dopo 5 lunghi anni. Ma quello che mi ha messo ansia è stato principalmente l'evento con Dargen D'Amico previsto alle 14:30 quando io avevo il treno alle 16:50. Infatti in realtà pensavo che non fosse possibile e invece ce l'abbiamo fatta (fermandoci a fare una merenda veloce al McDrive mentre ci dirigevamo in stazione). Ovviamente è stato un incontro super interessante perché in questo periodo sto in fissa con Dargen D'Amico, ma avrei amato tutto lo stesso perché sul palco insieme a lui e alla presentatrice c'era anche il cane di lei. Gli animali sono stati infatti uno degli argomenti di discussione insieme alle parole, i testi, la musica, la nostalgia e mille altre cose. Alla fine dell'incontro Dargen si è fermato a fare un po' di foto, anzi, proprio quando stavano per invitarci (tutti noi e lui) fuori dalla sala, Erica lo ha placcato perché eravamo di fretta. Tra i vari "Ciao" e "Grazie" di rito abbiamo fatto una foto che riguarderò nei momenti tristi lol La manifestazione di cui era ospite, comunque, è una figata pazzesca e abbiamo anche fatto in tempo a fare un giro veloce tra gli stand. Grazie Book Pride.
Questa settimana è stata quasi più intensa di quella della Milano Music Week. Per la prima volta sono stata a Milano "da turista" e pensavo che sarebbe stata una gita tranquilla. Invece è stata intensa tanto quanto tutte le mie altre trasferte perché gli eventi mi hanno seguito e abbiamo anche fatto un discreto tour dei bar milanesi (ho speso in una settimana quello che ho guadagnato in 4 mesi cioè sì, ho speso tanto ma sì, guadagno anche pochissimo). Anche per questo forse ho dimenticato di scrivere. Raccontare un evento dopo averlo vissuto è più facile, raccontarne 5 dopo una settimana a Milano lo è un po' meno. Ma comunque eccomi qui, come sempre. Più vecchia e più stanca, ma questo blog non lo mollo.