Tantissime coincidenze mi legano a Tropico. Molto più di quanto sembra. Partiamo per esempio dal fatto che mi sono imbattuta nella sua musica un giorno tornando da Napoli con mio padre. Alla radio passavano la Skyline di quando si faceva chiamare ancora solo Davide Petrella, e io la cercai su Shazam. Quando lessi il nome, chiesi via messaggio alla mia amica Irene (Petrella, appunto) se suo fratello Davide si fosse messo a fare musica. Ma no, non era la stessa persona, e si trattava solo di un caso di omonimia. Poi ho scoperto che Davide Petrella non era solo "quello di Skyline" ma era l'autore delle hit del decennio. E dopo è arrivato Tropico, che ho poi scoperto essere sempre la stessa persona. La riproduzione casuale di Spotify mi aveva fatto imbattere in Carlito's Way e a me era rimasta impressa perché a un certo punto dice la parola "astronauti" e quindi l'avevo inserita nella playlist di Astronave Musica. Vedevo Marco che spesso condivideva la frase "è meglio il panico che lasciare un abbraccio" di Non esiste amore a Napoli, ma comunque continuavo a sapere solo vagamente chi fosse, a non essere ancora sicura della sua vera identità. La conferma l'ho avuta quando sono stata invitata alla conferenza stampa del suo primo album. Si svolgeva su Zoom a causa della pandemia, ma già attraverso uno schermo e senza che neanche cantasse credo di essermi innamorata di lui come artista. Era settembre 2021 e la pandemia andava avanti da un po'; questo aveva permesso a molte persone di organizzarsi davvero al meglio per le conferenze stampa in digital e tutto il resto: c'è chi aveva sfondi, microfoni e compagnia bella. Davide invece si riprendeva con in mano lo smartphone e girovagava tranquillo per casa sua, aprendo occasionalmente il balcone per fumare. Questo è uno dei primi ricordi che ho di lui, poi l'ho sentito parlare di musica e credo che questo abbia fatto il resto. Piano piano la sua arte è entrata a far parte di me quasi per caso e quando l'amicizia tra me e Marco è finita mi sono drogata del suo duetto con Elisa e di tutti i suoi altri meravigliosi pezzi. Quando ho iniziato a seguirlo sui social con più assiduità ho anche fatto più attenzione alle sue parole, anche solo quelle scritte nelle Storie di Instagram e anche solo da queste si capiva la sincerità e l'autenticità con cui ha deciso di fare il suo mestiere. Che alla fine non è un mestiere, ma una passione. Ed è diventato con gli anni talmente ricco e famoso che può permettersi di gestire la sua passione come vuole, senza scendere a compromessi, o almeno così mi sembra. Mi sembra che gli venga data carta bianca dalle case discografiche, che possa fare quello che vuole, che è esattamente quello che gli piace e quello con cui poi ha successo.
Nel 2019, quando avevo solo una vaga idea di chi fosse Davide ma lo stimavo già abbastanza per apprezzarlo, lui ha aperto il concerto di Calcutta all'Ex Base Nato a Napoli. Era giugno, e io ci andai con Anny, la mia compagna di banco del liceo con cui di tanto in tanto torn(av)o in contatto. Però quella sera c'era traffico e l'opening lo perdemmo.
Facendo un salto in avanti nel 2022, le sfighe sono continuate. A maggio ha fatto le prime date a Napoli, ma erano sold out e io ero anche senza passaggio. Poco dopo ho organizzato all'ultimo una settimana a Milano per il mio compleanno, e Tropico suonava proprio nel mio giorno - il 21 maggio - in Santeria (con Elisa e Coez come ospiti) ma era (di nuovo) sold out e io ed Erica non siamo riuscite a racimolare manco mezzo accredito. Avevamo addirittura pensato di appostarci davanti alla location nella speranza che qualcuno ci facesse entrare, ma alla fine abbiamo rinunciato (principalmente solo perché lì davanti non c'è mai parcheggio). In estate fa solo due eventi speciali: all'Ex Base Nato il 24 luglio, avevo il covid; al Circolo Magnolia a Milano (ero a tanto così dall'organizzare il mio ennesimo viaggio a Milano ma per fortuna alla fine non l'ho fatto, visto che è venuto il covid a una persona del suo staff per cui l'evento è stato annullato). Extra: sono stata al Coca Cola Summer Festival, felice di avere la possibilità di vederlo fino a quando non ha scritto nelle Storie di Instagram che il suo nome era stato messo nella lista degli ospiti della serata per errore.
Quest'anno, quindi, volevo mettere in atto la mia rivincita. Il concerto a Napoli del nuovo tour era previsto per il 23 dicembre e mi è sempre stato sconsigliato di andare in quella città in quel periodo a causa del traffico. Quindi ci ho messo una pietra sopra ma non mi sono arresa e mi sono fatta invitare da Erica alla data di Milano. Nel frattempo, poi, Federica ha regalato un voucher TicketOne al suo Marco... che ha scelto come concerto proprio Tropico. Ne abbiamo parlato e sono stata invitata a vederlo con loro, solo che poi Marco ha dato forfait. Io e Fede abbiamo pensato di andarci lo stesso, se non fosse che poi a Fede è venuta la febbre proprio quel giorno; quindi mi sono rivolta a mia sorella e, finalmente, ce l'ho fatta.
Nel frattempo ho scoperto che Tropico aveva ingaggiato come corista Emilio Carrino: dopo anni e anni ad aver visto i concerti insieme a lui sotto il palco, poterlo vedere sopra uno di questi mi ha fatto sinceramente emozionare, nonostante non è che fossimo proprio bff. Poi Valentina mi ha anche detto che è amica di Torok, che fa parte della sua band.
E un giorno la mia terapista durante la mia ora con lei ha messo la musica, una sua playlist a caso, ed è partita Contro di Tropico e Coco e quando Tropico ha cantato "Non può piovere per sempre, può anche grandinare" ha detto qualcosa tipo "Pensa che ottimista" e mi ha fatto un sacco sorridere e mi ha chiesto se mi piacesse lui e io tipo "Lo amo!". E poi ho visto Carlito's Way per capire meglio la sua canzone...
Insomma, potrei anche fermarmi qui e non raccontare i concerti perché i motivi per cui io dovevo essere a questo concerto e me lo sarei quasi dovuta godere "per forza" erano già abbastanza. Alla fine ero sola, perché mia sorella Tropico non sa nemmeno chi è, ma è stato bello lo stesso, anzi, forse è stato anche meglio, perché a questo punto questa era una questione privata tra me e lui.
Sono quindi andata al Largo Venue quasi sconvolgendomi per la mancanza di parcheggio. Una volta dentro mi sono sistemata sulle scale di emergenza del locale e da lì sopra mi sembrava ancora di più di vivere una cosa tra me e lui perché c'ero solo io, ero più in alto rispetto agli altri, magari mi ha pure visto.
Sempre super elegante, Tropico sale sul palco con un completo nero di cui poi toglie la giacca per rimanere in camicia, una di quelle solite che tanto ama, verde.
Pensavo che avrebbe iniziato il concerto con Piccolo Buio, che invece è arrivata per seconda dopo Dint o scur. Pensavo che ci sarebbe stato ospite Franco 126, e infatti c'è stato, e poi c'è stato anche Coez. Sul palco erano in tantissimi: oltre a Emilio anche una band pazzesca tra cui un bassista a cui è stata affidata anche la parte comica dello show con una specie di poesia ironica a un certo punto dello spettacolo. Tropico spesso ha ringraziato i presenti tra una canzone e l'altra presentandone qualcuna brevemente, tipo quando ha detto che Ubriachi di vita è arrivata all'ultimo, come quando dice che quando cerca una canzone impazzisce, che sentir cantare a tutti Anem e nott è una roba incredibile, come quando ci ha ringraziato e ci ha invitato a continuare a "scegliere" la musica che ascoltiamo, come quando conclude con la canzone con cui è partito questo progetto e scandisce bene le parole: Non-esiste-amore-a-Napoli, come quando ha ripetuto - come dopo ogni concerto - "non vi tradirò mai". Oltre ai pezzi dei due album (quasi tutti) ha fatto anche Doppler ed Egotrip per poi presentare tutti gli artisti presenti sul palco, scherzare con loro, dire un po' imbarazzato il suo nome e cognome, essere felice. E noi con lui.